E’ stato appena annunciato che colossi imprenditoriali, come una multinazionale svizzera, la Nexxuss Energy, e una società milanese, la A2A, sono pronte ad investire centinaia di milioni di euro per la costruzione di maxi inceneritori a Pace del Mela, in provincia di Messina, e a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, dove il Comune ha subito risposto ok, deliberando la variante urbanistica, attratto anche e soprattutto dai posti di lavoro che ne deriverebbero. Nel frattempo, in attesa che davvero intervenga una soluzione del genere, la Regione arranca, e nel peggiore dei modi. Le discariche sono quasi al collasso, il piano per trasportare i rifiuti all’estero è sempre, e solo, sulla carta, ormai straccia, e il nuovo piano di gestione del settore in Sicilia, ad opera del governo Crocetta, è in stallo in una torre di Babele : un assessorato attende l’ ok da Roma, e al Ministero non sono al corrente di nulla, e poi un altro assessorato regionale si aggroviglia tra beghe burocratiche e di competenze. E tanto si muove la palla, che è sempre a centrocampo, in una melina infinita, ridicola e a danno dei cittadini amministrati e contribuenti. Infatti, il nuovo piano sarebbe un semaforo verde alle alternative alle discariche, tra i termovalorizzatori non inquinanti e l’ incremento della raccolta differenziata. Stop invece al progetto dei rifiuti all’estero, e non solo a causa della marcia al tempo di lumaca, ma anche perché le offerte alla gara d’appalto hanno offerto 200 euro a tonnellata, ed è il doppio di quanto costa oggi ai Comuni conferire in discarica in Sicilia. Secondo i bene informati il nuovo piano della gestione dei rifiuti, preparato dalla giunta regionale, è nel purgatorio perché dietro le quinte si consuma un tira e molla tra Crocetta che punta sui mini termovalorizzatori distribuiti in tutto il territorio siciliano, e Roma che invece pressa per l’ ok ai maxi impianti del tipo dei già annunciati nella Sicilia orientale, tra Pace del Mela e Motta Sant’Anastasia. Altri scommettono che siccome si vota in autunno, e la proroga all’ attuale gestione scade a fine maggio, nulla sarà compiuto, e Ponzio Pilato se ne laverà le mani, rinviando le decisioni al dopo voto.