Bene, abbiamo visto un po più in dettaglio il mercato del lavoro; ora analizziamo l’analisi della domanda e dell’offerta. La decisione di assumere o licenziare lavoratori dipende anche dai costi che si devono sostenere e dai ricavi che si possono ottenere.
In particolare, possiamo ipotizzare che chi compie questa scelta, spinga il livello della stessa (cioè della domanda di lavoro) sino al punto in cui il suo costo marginale è uguale al suo beneficio, o ricavo, marginale.
Il discorso più tradizionale che l’economia sa fare al proposito non è per nulla complesso, perché si considera una situazione semplificata in cui l’impresa può scegliere liberamente quanto lavoro assumere ogni volta che debba decidere la quantità da produrre.
Tuttavia, la scelta di assumere un lavoratore può dare luogo a conseguenze incerte, per esempio perché l’impresa non conosce perfettamente le capacità del lavoratore. Infatti, non tutti i lavoratori offrono lo stesso tipo di lavoro, per cui può darsi che, il salario orario influenzi non solo i costi ma anche i ricavi dell’impresa.
Analogamente a ciò che accade per ogni altro fattore di produzione, l’impresa domanderà la quantità di lavoro che assicura l’eguaglianza fra il salario pagato all’ultimo lavoratore e il valore del prodotto aggiuntivo da questi permesso, ovvero l’eguaglianza fra prezzo del fattore produttivo e valore del suo prodotto marginale.
La domanda di lavoro altro non è che l’insieme dei punti che, al variare dell’occupazione, garantiscono che salario e produttività siano uguali. Dato che per ipotesi la produttività del lavoro è decrescente (postulato dei rendimenti decrescenti), la domanda di lavoro è inclinata negativamente.
Nella figura che vediamo proiettata è descritta la funzione di domanda di lavoro secondo la teoria neoclassica di una impresa. Essa risulta essere decrescente in virtù dell’ipotesi di produttività marginale del lavoro, indicata nella figura come PML, decrescente: dato il livello del capitale investito e della tecnologia, ogni unità aggiuntiva di lavoro impiegata nella produzione avrà una produttività positiva, ma decrescente.
La scelta ottimale da parte dell’impresa sarà quella di assumere lavoratori fino a quando la PML eguaglia il salario reale. Di conseguenza tanto è maggiore il livello del salario reale, tanto minore sarà il lavoro domandato. Il livello di capitale installato nell’impresa e la tecnologia da essa adottata influenzano, invece, la posizione della curva di domanda di lavoro.
Se infatti aumenta la quantità di capitale installato, ciascuna unità di lavoro ha a sua disposizione una maggiore quantità di capitale e risulta dunque essere più produttiva. Per ogni livello del salario reale viene dunque richiesta una maggiore quantità di lavoro; ciò viene descritto graficamente con uno spostamento della curva di domanda di lavoro verso l’alto.
Analogamente un miglioramento della tecnologia adottata dall’impresa aumenta il livello della PML determinando, anche in questo caso, uno spostamento verso l’alto della curva di domanda